Koyal – Autobiografia di un sogno, una Mostra i cui 𝘳𝘪𝘧𝘦𝘳𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘷𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘢 𝘳𝘪𝘤𝘦𝘳𝘤𝘢𝘳𝘴𝘪 𝘯𝘦𝘭𝘭’𝘪𝘮𝘮𝘢𝘨𝘪𝘯𝘢𝘳𝘪𝘰 𝘧𝘢𝘯𝘵𝘢𝘴𝘵𝘪𝘤𝘰 𝘱𝘪ù 𝘱𝘳𝘰𝘧𝘰𝘯𝘥𝘰.
La tecnica usata da Elena è l’olio su tela, o su compensato, una tecnica che lei predilige per la lucentezza dei colori.
Elena non ha mai fatto lezioni di disegno per non intaccare in nessun modo la purezza del suo processo creativo che per lei assolve ad una funzione importante e terapeutica ancor prima che all’esposizione al pubblico.
Questo va detto soprattutto per far capire a chi guarderà queste opere la genuinità con cui esse sono nate, il completo trasporto con cui sono nate.
C’è un retroterra di Elena che guarda all’oriente, allo zen, alla meditazione, al tao e di questo ne risentono anche i nomi dei quadri ed il titolo della mostra stessa…
La ricerca interiore è nata migliaia di anni prima della psicanalisi e questo la affascina molto.
L’ambientazione è onirica e surreale ed i riferimenti si colgono nell’immaginario fantastico più profondo: la dimensione del sogno in questi quadri si trovano in elementi come relitti, ponti spezzati, vortici e occhi nascosti.
